Scopri l’Italia come Mai Prima d’Ora I Dettagli che Non Ti Aspetti La Felicità Economica 7 Strategie Pratiche per la Tua Vita in Italia che Nessuno Ti Ha Mai Rivelato

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Mi sono sempre chiesto: il vero benessere si misura davvero solo dal PIL? Sinceramente, a volte, nonostante le apparenze e i successi materiali, ho sentito un vuoto profondo.

La corsa incessante alla crescita economica, spesso, ha messo in ombra ciò che conta davvero: la nostra felicità quotidiana, la salute dell’ambiente che ci circonda, la qualità delle nostre relazioni umane.

È con questa consapevolezza che ho iniziato a interessarmi al modello dell’Economia della Felicità Interna Lorda (FIL), un approccio che, onestamente, penso possa offrire risposte concrete alle sfide più pressanti del nostro tempo.

Oggi, con l’emergenza climatica, la crescente preoccupazione per la salute mentale e le disuguaglianze sociali, l’idea di mettere la felicità e il benessere olistico al centro non è più una visione utopica, ma una necessità impellente per un futuro davvero sostenibile e appagante per tutti.

Scopriamo insieme i dettagli su come questo modello può ridisegnare il nostro modo di vivere e prosperare.

Il Pil non basta più: l’urgenza di un nuovo paradigma per il benessere collettivo

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L’ho sempre pensato, anche prima di approfondire i concetti dell’Economia della Felicità Interna Lorda: basare la prosperità di una nazione unicamente sul Prodotto Interno Lordo (PIL) è come misurare la salute di una persona solo dal suo conto in banca.

Certo, avere delle risorse è fondamentale, ma quante volte mi sono sentito insoddisfatto, anche in momenti di apparente successo materiale? Il PIL ci parla di produzione e consumo, ma tace sulla qualità dell’aria che respiriamo, sulla stabilità delle nostre famiglie, sulla nostra salute mentale o sulla bellezza dei nostri paesaggi.

È un indicatore cieco a tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta, e, diciamocelo, spesso mi sono chiesto se stessimo davvero “crescendo” nella direzione giusta.

L’emergenza climatica, le crescenti disuguaglianze sociali, il ritmo frenetico delle nostre vite che non ci lascia spazio per respirare: tutti questi sono segnali inequivocabili che il vecchio modello sta mostrando crepe profonde.

Abbiamo bisogno di qualcosa di più olistico, che metta al centro non solo il “fare”, ma l'”essere” e il “sentire”. E la mia esperienza mi dice che quando ci si focalizza sul benessere a tutto tondo, i risultati, anche economici, tendono a essere più sostenibili e appaganti.

1. Oltre la crescita quantitativa: il valore della qualità della vita

Da viaggiatrice e osservatrice, ho notato che nei luoghi dove la comunità e l’ambiente sono valorizzati, le persone sembrano genuinamente più felici, indipendentemente dal loro status economico.

Questo perché la qualità della vita non si quantifica solo in euro spesi o prodotti consumati. Pensateci: un pomeriggio trascorso a passeggiare in un parco pulito, un piatto di pasta cucinato con ingredienti freschi e locali, una chiacchierata sincera con un amico, sono esperienze che arricchiscono la nostra esistenza in modi che il PIL non può misurare.

Ho avuto la fortuna di vivere in piccoli borghi italiani dove la dimensione umana è ancora forte, e lì ho davvero toccato con mano la differenza. Non è un caso che si parli sempre più di “decrescita felice” o di “economia circolare”; sono tutti tentativi di rimettere al centro l’uomo e la natura, anziché il mero profitto.

È una vera e propria rivoluzione culturale che ci invita a riflettere su cosa sia il vero progresso.

2. La necessità di indicatori complessi: un approccio multi-dimensionale

Ho imparato sulla mia pelle che per avere un quadro completo, non si può guardare una sola variabile. È come voler capire la trama di un film guardando un solo fotogramma.

L’Economia della Felicità Interna Lorda (FIL) ci offre un framework molto più ricco e significativo. Non si limita a misurare la ricchezza monetaria, ma considera aspetti cruciali come la salute, l’istruzione, la governance, la vitalità culturale, il benessere psicologico, la gestione ambientale e l’uso del tempo.

Quando ero in Asia, mi ha colpito vedere come alcune comunità tradizionali, pur non essendo “ricche” secondo i nostri standard occidentali, vivessero in armonia, con un forte senso di appartenenza e una profonda connessione con la natura.

Questo mi ha fatto capire quanto sia limitante la nostra prospettiva attuale e quanto sia urgente adottare un approccio più completo e sfaccettato. È un invito a riscoprire ciò che conta davvero.

I nove pilastri della felicità: una bussola per il benessere olistico

Quando ho iniziato a studiare il modello della Felicità Interna Lorda, sono rimasta affascinata dalla sua struttura così articolata e, al tempo stesso, così intuitiva.

Non si tratta di concetti astratti, ma di aree concrete della nostra vita che, se ben coltivate, possono portare a una prosperità che va ben oltre il conto in banca.

Ricordo una conversazione con un’amica che lavora nel sociale: mi diceva quanto fosse frustrante vedere come i finanziamenti fossero sempre legati a indicatori puramente economici, tralasciando l’impatto reale sulla vita delle persone.

Ecco, i nove pilastri della FIL sono esattamente la risposta a questa frustrazione. Rappresentano una vera e propria bussola per orientare le politiche pubbliche e le scelte individuali verso un obiettivo comune: la creazione di una società più giusta, sostenibile e, in ultima analisi, più felice.

Mi sono resa conto che, in fondo, molti di questi pilastri li cerchiamo tutti i giorni, anche senza chiamarli così, nel nostro piccolo quotidiano.

1. Benessere psicologico e mentale: la base di tutto

Questo è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore. Ho sempre creduto che la vera ricchezza parta dalla mente e dal cuore. Se non stiamo bene psicologicamente, se siamo oppressi da stress, ansia o depressione, a cosa serve avere una macchina di lusso o un lavoro ben pagato?

Non serve a nulla, l’ho provato in prima persona. La FIL riconosce l’importanza di indicatori come la resilienza, la gratitudine, l’altruismo e la capacità di trovare un senso nella vita.

Promuovere la salute mentale significa investire in programmi di supporto psicologico accessibili, promuovere pratiche di mindfulness o semplicemente creare ambienti di lavoro e di vita che favoriscano la serenità.

È una priorità assoluta per un benessere duraturo.

2. Salute e benessere fisico: un corpo sano per una mente felice

Non credo ci sia bisogno di molte parole per spiegare quanto sia fondamentale la salute fisica. Ho visto persone con immense fortune perdere tutto a causa di una malattia, e persone con poco denaro trovare gioia nella loro vitalità.

La FIL misura non solo l’aspettativa di vita, ma anche la percezione della propria salute, l’accesso a cure mediche di qualità, la pratica dell’attività fisica e l’alimentazione.

In Italia, abbiamo la fortuna di avere un sistema sanitario nazionale, ma dobbiamo sempre lottare per preservarne la qualità e l’accessibilità. Investire nella prevenzione, promuovere stili di vita sani e garantire a tutti l’accesso alle cure è un segno di civiltà e un pilastro irrinunciabile per la felicità collettiva.

3. Uso del tempo equilibrato: il valore del non-fare

Questo pilastro mi ha fatto riflettere moltissimo sul mio rapporto con il tempo. Siamo costantemente bombardati dalla cultura della produttività e del “fare”, e spesso ci sentiamo in colpa se non siamo sempre impegnati.

Ma quanto tempo dedichiamo al riposo, alla famiglia, agli hobby, alla natura? La FIL ci invita a considerare il tempo libero di qualità, il tempo trascorso in attività significative e il tempo dedicato al volontariato.

Ho notato che quando mi prendo del tempo per me, senza sensi di colpa, sono molto più produttiva ed energica. Rivedere il nostro rapporto con il tempo è cruciale per ritrovare un equilibrio che il frenetico stile di vita occidentale ci ha fatto perdere.

Confronto: PIL vs. FIL (Felicità Interna Lorda)
Aspetto Prodotto Interno Lordo (PIL) Felicità Interna Lorda (FIL)
Obiettivo Primario Crescita economica e produzione di beni/servizi. Benessere olistico e qualità della vita.
Indicatori Ricchezza monetaria, consumo, investimenti. 9 pilastri: benessere psicologico, salute, uso del tempo, istruzione, cultura, governance, vitalità comunitaria, diversità ecologica, standard di vita.
Natura Quantitativo, spesso ignora gli impatti sociali e ambientali negativi. Qualitativo e quantitativo, inclusivo di fattori non monetari.
Focus Mercato e transazioni economiche. Umano, ambiente e sostenibilità.
Esempi di misurazione Valore di mercato dei beni e servizi prodotti. Livelli di stress, accesso all’istruzione, qualità dell’aria, senso di appartenenza alla comunità.

L’istruzione e la cultura: semi per un futuro consapevole e ricco

Per me, l’istruzione è sempre stata la chiave di volta, non solo per il successo professionale, ma per una vita piena e consapevole. Ricordo ancora l’emozione di imparare qualcosa di nuovo che mi apriva orizzonti inaspettati.

La FIL non si limita a contare il numero di scuole o di laureati, ma valuta la qualità dell’istruzione, l’accesso a opportunità di apprendimento permanente e la promozione di valori come la cittadinanza attiva e la sostenibilità.

E poi c’è la cultura, un elemento che sento nel profondo della mia anima italiana. Non è solo divertimento, ma è la linfa vitale che nutre la nostra identità, la nostra creatività, la nostra capacità di sognare e di connetterci con la storia e con gli altri.

Una società che non investe nell’istruzione e nella cultura è una società che sta tagliando le proprie radici e compromettendo il proprio futuro.

1. Istruzione di qualità: non solo nozioni, ma valori

Ho sempre creduto che una buona istruzione non debba solo fornirci un bagaglio di nozioni, ma anche insegnarci a pensare criticamente, a essere empatici e a diventare cittadini responsabili.

La FIL valuta l’alfabetizzazione, la qualità degli insegnanti, l’accesso a una formazione professionale valida e la capacità del sistema educativo di trasmettere valori.

In Italia, abbiamo un patrimonio di conoscenza e di istituzioni scolastiche di altissimo livello, ma ci sono ancora sfide legate alla dispersione scolastica e alla parità di opportunità.

Investire nell’istruzione significa dare a ogni bambino, a ogni ragazzo, gli strumenti per costruire un futuro migliore per sé e per la comunità. È una responsabilità che ci riguarda tutti.

2. Valorizzazione del patrimonio culturale: radici e identità

Essendo italiana, la cultura è per me un’identità. Ho visitato musei, assistito a opere teatrali, ascoltato concerti in ogni angolo del mondo, ma l’emozione che provo di fronte a un affresco di Giotto o all’aria di un’opera di Verdi è unica.

La FIL riconosce l’importanza della conservazione del patrimonio culturale, della partecipazione a eventi culturali e della valorizzazione delle tradizioni locali.

Una società che rispetta e promuove la propria cultura è una società con radici solide, capace di innovare senza perdere la propria essenza. È un investimento nel nostro spirito collettivo e nella nostra capacità di creare bellezza e significato.

La governance e la vitalità comunitaria: costruire ponti, non muri

Quante volte ho sentito dire che la politica è lontana dalla gente, o che le comunità sono sempre più frammentate? La mia esperienza mi dice che la vera forza di una società sta nella capacità delle sue istituzioni di essere trasparenti ed efficaci, e nella capacità dei suoi cittadini di sentirsi parte di qualcosa di più grande.

La FIL pone grande enfasi su questi aspetti, riconoscendo che un buon governo e una comunità coesa sono fondamentali per il benessere. Non si tratta solo di votare, ma di partecipare attivamente, di avere fiducia nelle istituzioni e di sentirsi supportati dal proprio tessuto sociale.

Ho visto come, nei momenti di difficoltà, sia la solidarietà e l’impegno civico a fare la differenza, non i proclami politici.

1. Governance efficace e trasparente: fiducia nelle istituzioni

Questo è un punto dolente per molti, me inclusa, che a volte sentono la politica come qualcosa di distante e incomprensibile. La FIL valuta la partecipazione politica, la fiducia nelle istituzioni, la corruzione percepita e la libertà di espressione.

Un buon governo è quello che ascolta i cittadini, che agisce con trasparenza e che prende decisioni nell’interesse comune, non di pochi. È difficile sentirsi felici e sicuri se non si ha fiducia in chi ci governa.

È un lavoro lungo e complesso, ma è la base per un futuro sostenibile e giusto.

2. Vitalità comunitaria: il valore delle relazioni umane

Il cuore di ogni società, a mio avviso, è la sua comunità. Ho avuto la fortuna di vivere in quartieri dove le persone si conoscono, si aiutano a vicenda, dove si organizzano feste di paese e mercatini locali.

Questa vitalità, questo senso di appartenenza, è impagabile. La FIL misura il supporto sociale, l’impegno nel volontariato, la partecipazione a gruppi locali e la sicurezza percepita nella propria comunità.

In un mondo sempre più individualista, riscoprire la forza dei legami comunitari è essenziale per contrastare la solitudine e promuovere un senso di scopo condiviso.

È un po’ come sentirsi parte di una grande famiglia allargata, e io, da italiana, capisco bene quanto questo valore sia radicato in noi.

Diversità ecologica e resilienza: il respiro del nostro pianeta

Se c’è una cosa che ho imparato viaggiando e vivendo la natura, è che siamo inestricabilmente legati all’ambiente che ci circonda. L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo: tutto dipende dalla salute del nostro pianeta.

La FIL, in modo molto lungimirante, include la diversità ecologica e la resilienza come pilastri fondamentali. Non si tratta solo di proteggere le specie a rischio, ma di garantire un ambiente sano e sostenibile per le generazioni future.

Mi ricordo di un viaggio in montagna, dove ho visto come l’inquinamento avesse alterato paesaggi che un tempo erano incontaminati. Quella sensazione di perdita mi ha colpito nel profondo e mi ha fatto capire quanto sia urgente agire.

1. Protezione ambientale: un dovere per tutti noi

Non possiamo ignorare i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’inquinamento di mari e città. Sono sfide enormi, ma la FIL ci dice che abbiamo il dovere di affrontarle.

Questo pilastro valuta l’impronta ecologica, la qualità dell’aria e dell’acqua, la gestione dei rifiuti e la protezione delle aree naturali. Non è solo compito dei governi, ma anche di ognuno di noi, con le piccole scelte quotidiane: ridurre il consumo di plastica, preferire i mezzi pubblici, scegliere prodotti locali e sostenibili.

Ogni piccola azione contribuisce a costruire un futuro più verde e più sano.

2. Resilienza ecologica: adattarsi e rigenerarsi

Ho imparato che la natura ha una straordinaria capacità di rigenerarsi, ma noi la stiamo mettendo a dura prova. La resilienza ecologica si riferisce alla capacità degli ecosistemi di resistere e recuperare da perturbazioni.

La FIL ci invita a investire in energie rinnovabili, a promuovere l’agricoltura sostenibile e a sviluppare strategie per adattarci ai cambiamenti climatici.

È un invito a essere proattivi, a non aspettare che sia troppo tardi. Dobbiamo imparare dalla natura stessa, che ci insegna ogni giorno il ciclo della vita, della morte e della rinascita, ricordandoci quanto sia importante prendersene cura per garantire un futuro di benessere per tutti.

Standard di vita e uso sostenibile delle risorse: prosperare con consapevolezza

Infine, c’è il pilastro che forse è più vicino al concetto tradizionale di economia, ma con una prospettiva completamente diversa: lo standard di vita, ma inteso in modo sostenibile.

Non si tratta di avere il più possibile, ma di avere ciò che è sufficiente per vivere dignitosamente e con serenità, senza compromettere le risorse per le generazioni future.

Quante volte ho sentito persone inseguire un’illusoria felicità nel consumo sfrenato, per poi ritrovarsi insoddisfatte? La mia esperienza mi ha insegnato che la vera abbondanza non è nel possedere tanto, ma nell’apprezzare ciò che si ha e nel vivere in modo consapevole.

La FIL non demonizza la ricchezza, ma la contestualizza all’interno di un quadro più ampio di benessere.

1. Reddito e sicurezza economica: la base per la serenità

Ovviamente, non possiamo vivere di solo spirito. Avere un reddito sufficiente per soddisfare i bisogni primari – cibo, casa, vestiti – e per affrontare imprevisti è fondamentale per la serenità.

La FIL valuta il reddito pro capite, l’occupazione, la sicurezza alimentare e l’accesso all’alloggio. In Italia, abbiamo la fortuna di vivere in un paese con una buona rete di protezione sociale, ma le sfide legate alla disoccupazione giovanile e alla povertà sono ancora reali e richiedono attenzione.

Garantire a tutti un livello di vita dignitoso è il primo passo per costruire una società equa e felice.

2. Consumo consapevole e sostenibile: meno è più

Questo è un tema che mi appassiona molto. Ho cercato di adottare uno stile di vita più minimalista e consapevole, acquistando solo ciò di cui ho realmente bisogno e cercando prodotti che siano etici e sostenibili.

La FIL incoraggia il consumo responsabile, la riduzione degli sprechi e l’uso efficiente delle risorse. Non si tratta di privarsi, ma di scegliere con intelligenza, pensando all’impatto delle nostre scelte sull’ambiente e sulla società.

È un modo per contribuire attivamente a un futuro migliore e per scoprire che la vera ricchezza non sta nell’accumulo, ma nella capacità di vivere bene con meno.

È una filosofia che, credetemi, porta a una libertà e a una leggerezza che il materialismo non potrà mai darci.

In Conclusione

Arrivati alla fine di questo viaggio attraverso i principi della Felicità Interna Lorda, sento che la mia prospettiva sulla prosperità è cambiata radicalmente.

Non si tratta più solo di cifre su un bilancio, ma di un respiro collettivo, di un battito del cuore della società che pulsa in armonia con la natura e con se stesso.

Ho toccato con mano, nei miei viaggi e nella mia vita, quanto sia essenziale dare valore a ciò che il PIL ignora: la serenità interiore, la forza dei legami umani, la bellezza del nostro pianeta.

Spero che questo spunto vi abbia ispirato a guardare il mondo con occhi nuovi, a cercare la vera ricchezza non solo nel portafoglio, ma nell’anima e nelle relazioni.

Il futuro che desideriamo costruire, un futuro più giusto e felice, parte da qui, dalla consapevolezza che il benessere è un’esperienza olistica e profondamente umana.

Informazioni Utili da Sapere

1. Approfondisci il modello del Bhutan: Il Bhutan è il paese pioniere della Felicità Interna Lorda. Cercate materiali, documentari o libri che esplorino come questo piccolo regno abbia integrato la FIL nelle sue politiche nazionali, è un esempio illuminante.

2. Applica i pilastri alla tua vita: Non aspettare che siano i governi a cambiare. Rifletti su come i nove pilastri della FIL possano essere integrati nella tua routine quotidiana: dedica più tempo a ciò che ami, connettiti con la tua comunità, fai scelte di consumo consapevoli.

3. Sostieni iniziative locali: Molte associazioni e progetti sul territorio italiano stanno già lavorando in linea con i principi della FIL, promuovendo la sostenibilità, il benessere comunitario e la cultura. Cerca quelle che risuonano con te e offri il tuo supporto.

4. Riconsidera il tuo rapporto con il tempo: La nostra società occidentale valorizza la produttività a scapito del riposo e della riflessione. Prova a riappropriarti del tuo tempo, dedicandoti ad attività che nutrono la tua anima e ti permettono di staccare dalla frenesia.

5. Partecipa attivamente alla comunità: La vitalità comunitaria è un pilastro fondamentale. Che sia attraverso il volontariato, la partecipazione a eventi locali o semplicemente coltivando buone relazioni con i vicini, ogni piccolo gesto contribuisce a creare un tessuto sociale più forte e felice.

Riepilogo dei Punti Chiave

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è un indicatore insufficiente per misurare il vero benessere di una nazione, poiché ignora aspetti cruciali come la salute mentale, la qualità dell’ambiente e la coesione sociale.

La Felicità Interna Lorda (FIL) offre un modello olistico basato su nove pilastri interconnessi – benessere psicologico, salute, uso del tempo, istruzione, cultura, governance, vitalità comunitaria, diversità ecologica e standard di vita – che mira a creare una società più equilibrata, sostenibile e prospera per tutti.

Adottare questa prospettiva significa spostare il focus dalla mera crescita quantitativa alla qualità della vita e al benessere multidimensionale, promuovendo scelte consapevoli a livello individuale e politico.

Domande Frequenti (FAQ) 📖

D: Mi sono sempre chiesto, cos’è esattamente questa Economia della Felicità Interna Lorda (FIL) e come si distingue dal PIL?

R: Quando ne ho sentito parlare per la prima volta, confesso, ero un po’ scettico. “Felicità Interna Lorda?” mi son detto, “Sembra quasi una favola!” Ma poi, approfondendo, ho capito che non è solo una metafora, ma un vero e proprio quadro di riferimento per lo sviluppo.
A differenza del PIL, che misura il valore monetario di beni e servizi prodotti e si concentra solo sulla crescita economica, la FIL guarda al benessere olistico delle persone e del pianeta.
Nella mia esperienza, il PIL è come un contatore che sale, ma non ti dice se sei più felice mentre sale o se, per farlo salire, stai distruggendo qualcosa di irrecuperabile.
La FIL, invece, ti chiede: “Stiamo davvero vivendo meglio? L’ambiente sta migliorando? Le nostre comunità sono più unite e solidali?” È un cambio di prospettiva radicale, che sposta l’attenzione dal “quanto produciamo” al “come viviamo e stiamo bene”.
È un approccio che, per come la vedo io, ci riporta con i piedi per terra, verso ciò che ha davvero valore.

D: Quali sono i pilastri su cui si basa la FIL? E come viene misurata questa “felicità” così intangibile?

R: All’inizio pensavo fosse un concetto troppo etereo, quasi impossibile da quantificare. Invece, mi ha sorpreso scoprire quanto sia strutturato! La FIL si articola su nove pilastri interconnessi, non si tratta di una “misura” diretta della felicità soggettiva, ma di indicatori concreti che ne influenzano la qualità.
Questi includono il benessere psicologico, la salute, l’uso del tempo, l’istruzione, la diversità culturale e la resilienza, il buon governo, la vitalità della comunità, la diversità e la resilienza ecologica, e il tenore di vita.
Pensate, per esempio, a quanto spesso in Italia si parla della qualità della vita: non è solo il reddito, ma anche la bellezza del paesaggio che ti circonda, la possibilità di andare al parco con i bambini, di avere un servizio sanitario efficiente e umano, di vivere in una comunità dove ci si aiuta.
Non si tratta di un semplice sondaggio del tipo “Quanto sei felice da 1 a 10?”, ma di raccogliere dati oggettivi su questi ambiti: quante ore dedichiamo al volontariato o alla famiglia, la qualità dell’aria che respiriamo, l’accesso a spazi verdi, la percezione di corruzione, o il tasso di alfabetizzazione.
È un modo per avere una fotografia completa del nostro benessere, che va ben oltre i numeri della finanza.

D: Questo modello è davvero applicabile nella nostra realtà italiana di oggi, tra emergenze climatiche e disuguaglianze sociali?

R: Questa è forse la domanda che mi sono posto con più insistenza, specialmente vivendo in un paese come l’Italia, con le sue complessità e le sue immense bellezze.
Ed è proprio in momenti come questi che un cambio di paradigma come quello della FIL diventa non solo auspicabile, ma vitale. Ho visto con i miei occhi come certe scelte legate solo alla crescita economica abbiano portato alla cementificazione selvaggia in alcune zone del nostro paese, o a servizi sanitari sotto pressione.
Se avessimo avuto una bussola come la FIL, forse avremmo preso decisioni diverse, più attente al bene comune e alla sostenibilità a lungo termine. Immaginate di ripensare gli investimenti: meno focus su autostrade e centri commerciali che divorano il paesaggio, e più su mobilità sostenibile nelle nostre città, sulla riqualificazione dei borghi abbandonati, sul supporto alle piccole imprese artigianali che sono l’anima del nostro tessuto economico e culturale, o su programmi di benessere psicologico accessibili a tutti.
Potremmo misurare il successo non solo dal numero di turisti che affollano Venezia, ma dalla qualità della vita dei residenti, dalla salute della laguna, dalla vitalità culturale.
È un percorso difficile, certo, ma è l’unico che, a mio avviso, può portarci verso un futuro davvero sostenibile e appagante per tutti noi.